Grazie a Minerva Jones che l’ha conservata, ho recuperato questa mia riflessione del 2011. Nonostante il turbinio di cambiamenti mi ci ritrovo ancora abbastanza dentro. La ripubblico qui senza alterare una virgola.
breve riflessione in forma di sentenze sui fatti del 15 ottobre e sui giorni a venire:
– i nostri nemici non sono i poliziotti
– i poliziotti sono servi
– gli infiltrati esistono
– la strategia della tensione esiste
– esistono persone che hanno modalità di lotta così lontane dalle nostre da apparirci antitetiche
– spesso lo sono, antitetiche
– i nemici sono i padroni dei poliziotti
– i nemici sono i padroni
– i media e i mezzi di comunicazione ci sono ostili
– ci è necessario comunicare
– un nostro obiettivo è quello di creare obiettori di coscienza fra i servi del nemico
– i media sono servi del nemico
– la forma del corteo non è più praticabile
– i funerali vanno in corteo
– i carnevali morti e omologati vanno in corteo
– il carnevale è vita e va ovunque
– un movimento vivo è carnevalesco e va ovunque
– il carnevale rovescia il potere
– il carnevale ha durata limitata nel tempo
– gli spazi si difendono manu militari
– il potere ci impone spazio e tempo
– sfuggire ai confini spaziali, essere ovunque, come il carnevale
– trasformare il tempo, rifondarlo
– ogni azione carnevalesca è una festa
– ogni azione funeraria è una cerimonia
– il funerale è ordinato
– il carnevale è anarchico, sincero e mascherato
– il carnevale è identità collettiva
– il carnevale è liberazione personale
– il carnevale è un tempo altro che rinnova i luoghi
– il funerale è un percorso chiuso (casa-chiesa-cimitero-casa) in un tempo circoscritto (veglia, rosario, messa, corteo, pianto)
– il carnevale è contagioso
– il funerale è omologante
– la veglia non può protrarsi oltre i limiti di decomposizione del cadavere
– il ricordo autentico di un defunto rinnova la vita
– se il cavallo ti sgroppa lesto rimontaci in sella
– se una cosa non funziona falla diversa la volta dopo
– se una cosa funziona falla diversa al giro dopo
– pietà e carità
– essere spietatamente sinceri
– pensare da sé, pensare con gli altri
– diffidare delle locuzioni che suonano bene
– suonare quel che ci piace
– suonare quello che a noi dice
– e poi danzare.