Stasera faremo cadere il cielo esce in questi giorni per i tipi di Zona 42. Si tratta di un’antologia curata da Giuliana Misserville: raccoglie racconti sci-fi scritti da persone queer. Uno di questi è mio. Tecnicamente non si tratta di fantascienza, sicuramente scienza non ce n’è e anzi l’unica cosa davvero tecnologica che trova spazio in quelle pagine – oltre al frullatore a immersione – è un oggetto ormai caduto nel dimenticatoio.
Scivola, slitta, sbanda, disvela (l’ho intitolato così) è un doppio omaggio a Ursula K Le Guin. L’azione trova ambientazione nell’universo di riferimento di un suo delizioso manuale di antropologia fantastica, Changing planes. In secondo luogo è un esperimento mentale e narrativo della stessa specie, nelle mie intenzioni, di quello messo in campo in La mano sinistra del buio, un what if che mi pare generativo.
Nel frattempo ho anche cominciato a leggere i racconti delle altre persone coinvolte, mi sento in più che ottima compagnia, l’operazione mi pare di livello alto e quindi ringrazio Giuliana Misserville di avermi coinvolta anche in questa impresa. E ringrazio anche Franco Berteni, Mad Marchetto e Mariano Tomatis che hanno ragionato insieme a me lungo tutte le fasi della scrittura. Ah, ogni racconto è abbinato a un brano musicale. L’intera playlist è qui. Io ho scelto un pezzo di Il balletto di bronzo. Enjoy
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Negli ultimi due mesi la rabbia m’ha mangiato un sacco di energie, ma ha restituito, e continuerà a produrre, riflessioni, incontri, azioni. Song of myself. Un viaggio nella varianza di genere (Feltrinelli, 2024) del buono Fabio Geda è una delle fonti di questa incazzatura. L’opera condensa una visione coloniale, estrattivista, stereotipica dell’esperienza trans, ma è un caso da manuale del tipo di logica d’inclusione adottata dal capitale, quindi mi sono tenuta preziosa la fatica di leggerlo e presto, dopo questa lunga analisi, amplierò il ragionamento su questi temi con l’obiettivo di dare il mio piccolo contributo a strappare il cielo di carta di questa minacciosa illusione che è il mondo in cui viviamo. Rimanete in ascolto.
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Comunque l’incazzatura ha fatto sì che quando il Divine Queer Film Festival mi ha chiesto di esibirmi per l’edizione 2024 ho proposto loro una cosa diversa dagli spettacoli strutturati che porto in giro negli ultimi anni. Ho sentito il bisogno di tornare a visitare i luoghi da cui sono partita quando ho iniziato a esibirmi da sola: voce, strumento, un pugno di canzoni in disordine e invettive a braccio. Ho intitolato la performance Volano gli stracci e mi sento di promettere rabbia, sostanza caustica, urgenza e un briciolo di quella immotivata gioia che sappiamo trovarsi in ogni momento-giardino che liberiamo.
Ho già preannunciato la chiusura delle date per l’estate per 1. evitare il burn out imminente e 2. dedicarmi alla scrittura del mio prossimo libro (data consegna bozze maggio 2025). Ma prima della chiusura eccomi impegnata in una sequela di date ravvicinatissime.
- 10 maggio, presentazione di Stasera faremo cadere il cielo (Zona 42), h. 19, Salone del libro di Torino
- 11 maggio, Far finta di esserne fuori, LOCK, Milano
- 12 maggio, Far finta di esserne fuori, Fornace, Rho (MI)
- 16 maggio, Far finta di esserne fuori, Stranamore, Pinerolo (TO)
- 17 maggio, Volano gli stracci, Divine Queer Film festival, Casa del quartiere di via Baltea, Torino
- 18 maggio, Far finta di esserne fuori, Vis Rabbia, Avigliana (Valsusa)