Ha turbato i sogni di mezza città e alimentato gli incubi dell’altra mezza. La città è Rivabassa (TO) e siamo nel 1994. La perturbazione però va oltre il 2002, anno in cui pare che definitivamente scompaia. Parlo di Zombi Maramao. Sto cercando di scriverne la storia, tracciarne i movimenti, individuarne gli strascichi.
Zombi Maramao è una fanzine, una rivista autoprodotta, e apparentemente si occupa di musica punk e fantascienza.
I ragazzi che scrivevano Zombi Maramao sono bricoleur della parola, saltimbanchi della contestazione, escursionisti dell’immaginario. Per quasi otto anni hanno redatto il bollettino di un altrove infernale: la provincia, e ne hanno combattuto i mostri evocando ectoplasmi, alieni, robot.
Alcuni mesi fa ho deciso di scrivere la storia di Zombi Maramao. Primo perché è una storia di Rivabassa, la mia città e, secondo, perché è una storia che merita di essere raccontata. Dice cose importanti degli anni passati e illuminanti di quelli che stiamo vivendo. Ha persino un briciolo di speranza, nonostante faccia la fine di un sacco giù per una scarpata. A volte i semi germogliano quando nessuno più li aspetta.
Il mio lavoro su Zombi Maramao non è per niente finito. Sono ancora immerso nella fase delle interviste, della documentazione, della stesura, ma sento che ho bisogno di voi: non ci ho mai creduto all’artista nella torre d’avorio, anche perché vivo in una ex casa popolare degli anni ’50.
Questa storia è in lavorazione, venite a trovarmi: l’officina è aperta.
Quindi il primo dicembre che faccio?
Leggo dei pezzi della storia di Zombi Maramao: quello che c’è, quello che è pronto.
Sono un teatrante e credo nell’istituto della prova aperta e sono un cantastorie e canto quello che so, quando lo so, per come lo so.
Voce narrante e ukulele: Filo Sottile
Voci della redazione di Zombi Maramao: L’interezza non è il mio forte.
L’appuntamento è alle 21.15, al Molo di Lilith, via Cigliano 7, Torino. Ingresso libero con tessera ARCI.