Filastrocche per i cuccioli del cosmo. Un racconto per Eddi e tutte gli altr* combattenti intergalatticu

Oggi è giunta la notizia, Eddi Marcucci, freedom fighter dell’Unità di protezione delle donne in Siria del Nord, è stata condannata a due anni di sorveglianza speciale. Un provvedimento nato in epoca fascista: benché non abbia commesso nessun reato “dovrà consegnare passaporto e patente, non potrà prendere parte a ritrovi con più di tre persone, né partecipare ad assemblee e presidi. Con sé avrà un libretto in cui la polizia annoterà ogni controllo a cui sarà sottoposta”.

Sulle pagine del Manifesto Eddi commenta in questo modo:

E’ qualcosa di disgustoso. Per me non è tempo di indignarsi né di sorprendersi: queste sono persone che non hanno la lucidità necessaria a prendere alcuna decisione, se pensiamo che in carcere c’è una donna come Nicoletta Dosio. Non sono misure proporzionate ai fatti che queste persone devono giudicare. E’ importante dire che questi soggetti sono pericolosi perché hanno in mano la libertà di ognuno e ognuna di noi, è lo Stato italiano a essere pericoloso per tutti coloro che si trovano oggi sotto le sue bombe, per le persone in cassa integrazione, per i precari, pericoloso perché non requisisce la sanità privata a fronte di una simile crisi. La solidarietà tra popoli che avviene nel segno della rivoluzione fa paura. C’è da puntare il dito. Io non accetto nessuna forma di sorveglianza dalla Procura di Torino, non accetto nessuna limitazione della mia libertà. Queste persone vanno fermate quanto prima: quelle che mettono sotto sorveglianza speciale chi si è schierato con le Forze democratiche siriane sono le stesse persone che hanno tagliato miliardi alla sanità. Le stesse che difendono questo sistema.

Oggi casualmente ho ritrovato in un vecchio hard disk un racconto scritto nel 2014. Avevo tentato di pubblicarlo su Carmilla. Filippo Casaccia, uno dei redattori della rivista, gentilissimo, allora mi aveva risposto che, a suo parere, mi dilungavo un po’ troppo nella parte centrale e mi consigliava di lavorarci ancora. Avevo risposto che l’avrei chiuso nel cassetto un paio di mesi e ci sarei tornata su. Poi mi era venuto in mente di farci un lavoro diverso e di dilatarlo, farlo diventare decisamente più lungo, in modo da dare respiro a tutti quegli aspetti che mi sembravano importanti e chi vi si trovavano affastellati. Dopodiché, sotto la spinta di altre urgenze, era caduto nel dimenticatoio. Oggi ho scelto di seguire i buoni consigli di Filippo. L’ho ridotto della metà: in questo modo lascia aperti molti interrogativi, ma va più dritto al punto.

Al centro del racconto c’è una una foreign fighter impegnata in una guerriglia cosmica. Lo dedico a Eddi e a tutte gli altr* combattenti intergalatticu.

Anche se fossimo in pieno possesso delle nostre libertà fondamentali – e non lo siamo, come spiega molto bene anche Wolf Bukowski – non potremmo ritenerci persone libere finché Eddi, Nicoletta Dosio, Luca Abbà e tante altre persone impegnate nel contrasto ai fascismi, al neoliberismo, al fondamentalismo, all’eteropatriarcato patiscono la vendetta dello Stato. Bakunin nel 1882 scriveva che

quanto più numerosi sono gli [esseri] liberi che mi stanno attorno e quanto più profonda e vasta e la loro libertà, e quanto più estesa, tanto più profonda e più grande e la mia libertà.

Qui il racconto in pdf: Filastrocche per i Cuccioli del Cosmo

E qui sotto in versione web. Buona lettura.

Filastrocche per i Cuccioli del Cosmo

per Eddi e tutte gli altr* combattenti intergalatticu

Ciao amore mio grande (e: ciao amore mio piccolo),
il tuo messaggio mi ha molto rinfrancata.
Sono felice che la piccola ora abbia le carte a posto, sarebbe terribile se vi separassero. Saperla con te è un po’ come averla accanto.
Mi manca tanto. E anche tu.
Non ti annoio col mio stato di salute (la ferita si è completamente rimarginata), né mi dilungo sulle fatiche. So che anche voi vi smazzate fatiche e pericoli.
Tira aria brutta, lì? (Che te lo chiedo a fare?).
Qui siamo in ansia, prepariamo a un’azione importante, ma naturalmente: bocca cucita.
Voglio raccontarti una cosa frivola, ma breve, che abbiamo deciso di razionarci il supporto per scrivere.
Da qualche settimana abbiamo un ospite nuovo e gradito. È un libro. Un libro di carta, intendo. Lo sfogliamo con una delicatezza e una reverenza che non riserviamo a nient’altro. Potessi raccontarti della maniera commuovente e rocambolesca in cui ne siamo venuti in possesso!
Accontentati di sapere che è una raccolta di filastrocche e canti. Si intitola Filastrocche per i Cuccioli del Cosmo (FCC, d’ora in avanti).
FCC faceva parte dell’equipaggiamento standard di un’associazione giovanile di scoutismo intergalattico, i Cuccioli del Cosmo appunto.
Te li ricordi? Avevano queste motonavi a biomassa con la coda blu. Facevano viaggi, corsi di sopravvivenza. Un’estate le ho viste partire e rientrare allo spazioporto piccolo. Vabbè. Son cose vecchie.
In FCC ci sono quasi trecento componimenti, ed ecco la sorpresa: sono scritti nella lingua franca del Sistema Sole (lfss). Roba da non crederci.
Mi sono convinta che il libro sia arrivato come rispondendo a un’invocazione. L’attesa cominciava a svuotarmi e poi zac! Ecco il pane per i miei denti: un libro assurdo scritto in una lingua assurda
Altra sorpresa: in una squadriglia di diciannove, siamo non una, ma in tre a conoscere questa lingua che al giorno d’oggi, diciamocelo, è perfettamente inutile. Senza contare che abbiamo uno storico (con cui litigo in continuazione), una biologa e due esomusicologi. Che l’avrebbe mai detto che la guerriglia ci avrebbe accolto? E quegli altri due? Sanno solo parlare della musica di Memento o di va capisci quale altro pianeta. In compenso, l’unico vero medico che abbiamo non sa mettere le mani su nessun altra specie che non sia la sua! Un giorno qualcuno scriverà un saggio sulla provenienza sociale e planetaria delle brigate. E sarà da ridere. O da commuoversi.

Nei momenti di ozio traduciamo il libro agli altri. Vengono fuori discussioni lunghe e appassionate. I versi sono brutti o insignificanti, ma leggerli insieme è interessante. Ci pensi? Diciannove individui di pianeti diversi ascoltano e commentano filastrocche provenienti da una stella remota.
Sono quasi felice: parlare di questa libro sa di vita “normale” e per qualche istante dimentico la paura, la tensione e che siete lontane. Quasi.

Comunque, anche FCC ci dà l’occasione di parlare di politica: un sacco di pezzi grossi dell’Infinito Partito hanno fatto parte dei Cuccioli del Cosmo. Sicuramente X., K., K.2 e K.3 e la stessa A. per un brevissimo periodo, mentre H.3 ebbe nell’associazione addirittura ruoli di responsabilità. Insomma, tutta la feccia tiranna proveniente dal Sistema Sole è passata di lì.
Curioso, eh?
Per quel che ne sappiamo, quella dei Cuccioli del Cosmo era un’associazione rigidamente gerarchica, ma che – è scritto nella prefazione del libro – al secondo punto del proprio statuto dichiarava il ripudio per qualsiasi attività politica. (Ma che vuol dire? Gli apolitici fanno una scelta politica!).
Tuttavia, il nostro storico assicura che le prime riunioni dell’Infinito Partito ebbero luogo in una delle sedi dei Cuccioli del Cosmo, inoltre sostiene che lo stemma nero stellato fosse parte della divisa dei Cuccioli.
Io non so dove abbia preso queste informazioni, e lui non è in grado di spiegarmelo, prendile con le molle, quindi.
Facciamo un po’ le scintille, lo storico ed io.
(No! Leggo in te come in un libro aperto. Non mi sono innamorata).

Ti trascrivo alcune delle cose che ho tradotto. Ci ho messo un po’, ma ne sono molto fiera. (Ehi, tutto senza dizionario!).
(E chi se lo metteva nello zaino!).
Tieni presente che questa roba l’hanno cantata i nostri tiranni nei loro anni formativi.
(Quanto vorrei che fossi qui. Anzi, quanto vorrei essere là!)
Vabbè, senti questa:

Insisteremo per fare la pace

Se i nostri amici hanno i musi
se non li vediamo più contenti
se i loro cuori si sono chiusi
e come lucchetti serrati i denti

Insisteremo per fare la pace
la pace, la pace
non ci arrenderemo mai
insisteremo per fare la pace
la pace, la pace
insisteremo sempre per la serenità

Sembrano le parole che il Ministero della Pace (appunto) sventola ogni qual volta sguinzaglia i suoi cani da guardia.
È stata la mia prima impressione: quell’inno alla pace è in realtà un inno alla guerra.
Lo storico mi invita a fare meno voli di fantasia, dice che gli altri testi del libro sembrano riferirsi un universo ideologico diverso da quello dell’Infinito Partito. Sarà.
Continuo a vedere le carneficine di Memento e di Junto e la faccia di H.3 che sorride, con tutti quei denti in bocca che sembrano ghiaia, e dice che solo l’Infinito Partito garantisce la pace e la riporta dove c’è discordia. Ed è con gli stessi denti mostruosi che me lo immagino giovane e arrogante che canta Insisteremo per la pace.

Passiamo avanti.
Quelle che seguono sono tutte brevi strofette di cinque versi. La sezione che le raccoglie (sono 31 in totale) si intitola Palude deserta (paya sepi in lfss). Per quel che ne capisco si tratta di un gioco di parole: lo testimonia anche il tono delle filastrocche, ma a nessuno di noi viene in mente a che cosa possa alludere. Tradurre queste strofette è difficilissimo (me ne mancano ancora un sacco), ma felicitante. (Si dice “felicitante”?)

Palude deserta

C’era un tale di Hare Hare
dal pianeta se ne voleva andare
ma senza metano
non si sente gitano
quello stanziale tizio di Hare Hare

Questa che viene ora è l’unica dedicata al nostro pianeta, ma mi pare basti.

C’era un tale del Pianeta Centrale
che in astronomia era geniale
tracciò un grande tondo
mise in mezzo il suo mondo
così dimostrando che era centrale

Vidi un tizio sulla luna di Memento
e mi fu detto che era un evento:
è gente traslucente
la si vede poco e niente
appariscente quel tizio di Memento

La strofetta su Memento mette un’angoscia… impossibile non pensare allo sterminio, mi viene il vomito. Ora alleggeriamo: preparati e dimmi chi ti fa venire in mente questa tipa di Marea. Qui fra comps c’è stata subito unanimità (un miracolo!): abbiamo pensato a Lei!

C’era una tipa del Pianeta Marea
si dava le arie più di una dea
ma su quell’isoletta
erano migliaia le dee, che disdetta!
per quella ariosa tipa di Marea

Ancora un altro componimento. (Anche perché sono andata un po’ lunga e sono agli sgoccioli del mio razionamento).
È il più bello secondo me.
Vorrei che lo leggessi alla piccola e che le dicessi che gliela mando io, insieme a tutti i baci che ho.

Che cos’è?

Non è un fiore, non è un frutto
non è il mare né un suo flutto
te l’ho detto? non è brezza
non è un gatto, ma carezza

Non è il cielo e non la terra
non è un filo che si afferra
lo ripeto: non è il cielo
né un ricamo su di un velo

ora aggiungo: non è luce
non è fungo, né una noce
non è spine, non è rose

è un po’ tutte queste cose
che cos’è? Dai, mi butto:
è una bimba dentro al tutto

Spero che questo messaggio ti giunga.
Spero ti giunga presto.
(Presto, sì, ma dopo l’attuazione del Piano, così ti meraviglierai prima della nostra forza e della nostra audacia e poi che mi sia preparata traducendo filastrocche insulse).
Ti giuro che farò di tutto per sopravvivere, restare libera e tornare da voi.
Giurami che farete altrettanto.
Fammi avere vostre notizie, presto.
Tutti i miei baci.
Vi amo
N.

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