Il 28 aprile del 2019 faceva la sua prima apparizione su un palco Mostre & Fiere. È necessario assegnare un genere? Allora, diciamo freakshow, infatti lo spettacolo dà voce a creature etichettate prima e fieramente autonominate dopo come mostruose: le persone trans.
Era ancora in bozza allora, in forma di prova aperta, e ha fatto in tempo a fare quattro uscite in due mesi, poi l’ho congelato e ho cominciato a lavorare su quel materiale in un’ottica diversa.
Ho rinunciato alle canzoncine idiote e alle boutade da avanspettacolo che mi sono tanto care. Ho montato insieme le vicende di creature mostruose e le esperienze mie e di altre persone trans, sono dunque passata dalla prima persona singolare alla prima persona plurale, a un noi. Questo lavoro è confluito in un libricino che esce proprio in questi giorni per i tipi di Eris Edizioni e si chiama La mostruositrans. Per un’alleanza transfemminista fra le creature mostre.
La quarta di copertina recita così:
La mostruositrans è l’attitudine delle persone che sfuggono alle maglie del genere. Qui viene raccontata intrecciando vissuti, percorsi e suggestioni immaginifiche. Si tratta di mappare le nostre origini per immaginare i prossimi passi. In questo pamphlet avvisiamo: «Siamo le creature mostre, non vogliamo dirvi che è tutto a posto, né tranquillizzarvi, non abbiamo intenzione di guarire, normalizzarci, redimerci; non siamo innocue e non vi garantiamo da avvelenamenti, contagio, contaminazione; non vi chiediamo perdono, pietà, indennità, incolumità. Non vi chiediamo di lasciarci integrare nella vostra società, veniamo a dirvi “state in guardia” e “guai a chi ci tocca”.
Le riflessioni maturate durante la stesura di La mostruositrans non potevano non confluire nello spettacolo, che torna ora in scena in una nuova forma, con una nuova struttura e con nuove canzoncine idiote. Ha persino una nuova presentazione, eccola:
C’è vita fuori dalle caselle M e F. Irregolari in terre di nessuno. Occupanti delle zone di confine. Fuorilegge fra le tagliole dei generi.
Prima ancora di chiedere «chi sono?» la Norma intima loro di andarsene. Le creature mostruose turbano l’ordine costituito. Sono angeli, araldi, tamburine: recano l’annuncio di sconvolgimenti imminenti. E portano domande: chi costituisce l’ordine? chi traccia e dove i confini?
In Mostre & fiere si sottraggono alla lente dei microscopi, si alzano dai tavoli da vivisezione, evadono dalle gabbie in cui le rinchiude la Norma, raccontano il mondo visto dalla loro prospettiva e il brulicare di esistenze che prospera oltre la soglia.
La prima – ovviamente, come è mio costume, una prova aperta – sarà il 19 giugno 2020, a Manituana, Torino, uno dei posti che mi sono cari. È l’unica delle diciannove date che avevo fissato questo inverno che ha resistito alla serrata emergenziale.
Lu/le/i compagn* di Manituana sull’evento Facebook scrivono così:
Il primo evento che tenemmo, a gennaio 2019, negli spazi appena liberati di Largo Vitale fu proprio con Filo Sottile. Dopo tre mesi di stop, quale modo migliore per riaprire lo spazio se non il suo nuovo spettacolo? Appuntamento alle 19 per riprenderci la socialità che vorrebbero confinare solo ai luoghi di consumo e di profitto, per stare finalmente di nuovo insieme, nel rispetto di tutte le sensibilità, negli ampi spazi all’aperto che ci offre Largo Vitale 113.
Ci vediamo là!