Santo futuro, calendario di settembre, in fondo a sinistra…

Buongiorno, diamoci un benvenutx in questo autunno 2022. Che odore fa l’aria? E la temperatura? State accumulando un numero di coperte di lana sufficienti a non farvi accendere i termosifoni? Confidate che il riscaldamento globale ci regalerà un inverno particolarmente mite?

Sia come sia: il clima elettorale non fa presagire nulla di buono. La destra-destra ci promette autentiche politiche di destra e ci dà l’impressione che sia in grado di tenere fede a quanto dichiara, la destra-sinistra ci chiede un voto per scongiurare il pericolo della destra-destra e poter proseguire con l’ormai trentennale tradizione delle politiche di destra-mancina. Nel mese di agosto ho riletto per intero Il suffragio universale di Errico Malatesta, credo che mi atterrò ancora una volta alle sue preziose indicazioni, ma sono molto preoccupata. Qualunque sia l’esito delle urne prevedo friddu e fame.

Domanda: sapremo costruire dal basso, fuori dagli emicicli in cui si ratificano le indicazioni dei signori delle guerre, dell’energia, del capitale finanziario, quelle intese operative e quelle azioni radicali capaci di fronteggiare questa fase? Mi sforzo ancora una volta di pronunciare quell’adagio: “lasciamo il pessimismo a tempi migliori”. Su un piano più terra-terra, io ricomincio ad andare in giro. Inizio con tre date piemontesi (anche fuori dal capoluogo). Eccole:

 

  • 9 settembre, 19.30, Manituana, Torino. Sono fiera di inaugurare la riapertura della Biblioteca Milorad con la presentazione di Senza titolo di viaggio e altre chiacchiere di contorno.
  • 10 settembre, 18.00, ZAC, Ivrea. Presentazione di Senza titolo di viaggio come tappa di avvicinamento al’’Aosta Pride, il primo pride valdostano. Non ne ho mai fatto mistero, ho un debole per le cose che si fanno in provincia.
  • 23 settembre, Biblioteca Civica Prima Levi, Avigliana (Valsusa). Presentazione di “Senza titolo di viaggio” con Annamaria Sarzotti, Wu Ming 1, letture di Antonietta Perretta nell’ambito di Valsusa Liberfest.
  • 24 settembre, Polveriera, Firenze: doppio appuntamento a Inchiostri ribelli: presentazione di Senza titolo di viaggio + Mostre & Fiere.
  • 25 settembre, Ex Caserma occupata, Livorno. Presentazione di “Senza titolo di viaggio” con Egon Botteghi

Che altro succede dalle mie parti? Lavoro a un progetto collettivo di cui presto sentirete parlare, ragiono ancora su quel nuovo spettacolo da punkastorie, ricamo su una vicenda di genere fantastico che vorrei scrivere. Spero che le forze mi reggano anche solo per  fare una di queste cose. Ah, e poi inauguro una rubrica aperiodica. Nome provvisorio:

In fondo a sinistra

indicazioni di lettura concise, inattuali, estemporanee di una sedicente bibliotecaria di provincia

A questo giro ci trovate alcune delle cose che ho letto/visto/ascoltato negli ultimi trenta giorni:

Butler rinnova lo stratagemma fantastico del viaggio nel tempo. Ne esce un romanzo che non solo è un grande affresco su schiavismo e razzismo negli Stati Uniti, ma che indaga sottilmente il doppio legame che si instaura fra servo e padrone. L’effetto di questo what if è potente: spinge a interrogarsi su che azione avremmo intrapreso, dovremmo/vorremmo intraprendere. L’ho sbranato in due giorni.

Una storia esemplare nel solco di “le crisi che diventano occasioni di rinnovamento”. Ma se fosse solo per quello non mi ci sarei appassionata molto, credo. Il racconto del post terremoto (Messina, 1908) è a pennelate leggère, ma potentemente evocativo. Senza forzature riesce anche a cantare l’autorganizzazione dal basso. La madre di Nicola è un personaggio che rimane e ti auguri che se la sognino solo i peggiori nemici. I graduati incaricati dei soccorsi spesso – come in questo caso – diventano i peggiori nemici. Avevo letto di Terranova senza mai leggerla direttamente. Sforzo ricompensato.

L’ho letto per quel progetto collettivo di cui scrivevo sopra. Nel frattempo ho scoperto che in seguito Cagnoni ha scritto ancora e molto. Sarei curiosa di sapere se nei suoi romanzi successivi ha conservato la deliziosa pedanteria che la animava nel 1976. In ogni caso, quest pagine sono uno strumento molto utile per farsi un’idea sui moti che attraversavano la Sicilia occidentale prima e dopo il terremoto del 1968. (Lo trovi qui)

L’ho ascoltato nella versione che ne ha dato Maria Paiato per Ad alta voce. Mi è venuta un sacco voglia di offrire le parole di Morrison anche ai miei deboli occhi, magari nella nuova traduzione del volumone antologico che Mondadori le ha dedicato (lo trovi qui). Beloved combina motivi fantastici diversi, su tutti il fantasma che chiede giustizia. Anche qui sullo sfondo lo schiavismo, in campo medio grandi interrogativi etici sulla libertà, la collettività e l’ossessione, in primo piano una vicenda che squassa le viscere. Mi ci sono fatta i pianti grossi.

L’ho guardato per prepararmi a una lettura, consigliata dall’amico Mariano Tomatis, che si preannuncia densa, gratificante e faticosa Racism as Zoological Witchcraft: A Guide to Getting Out di Aph Ko. Peele rispetta i canoni del genere: finisce con un sacco di sangue e di morti, ma il vero film horror è nella costruzione, prima che sfoci nell’ultimo quarto d’ora di grand guignol. La storia di paura è tutta qui: una persona nera va a conoscere la famiglia bianca della sua fidanzata. Contiene un piccolo campionario delle cose da non dire mai.

Ancora una cosa. Persone amiche mi hanno sollecitata a pensare a un sistema bibliotecario conviviale. Ho pensato a un prototipo che per il momento ho chiamato SBAVA. Magari comincio a parlarne pubblicamente il 9 settembre alla Biblioteca di Milorad, Manituana, Torino.

Ci incontriamo per le strade.

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