Un anno “Senza titolo di viaggio”, i passi della danza di oggi, i prossimi appuntamenti

Questa persona amica ha voluto darmi prova che la sua è stata davvero una lettura immersiva

Il 9 dicembre casca l’anniversario di uscita di Senza titolo di viaggio. Questo libro che non è un memoir, non è un romanzo, non è un saggio, non è una sceneggiatura di musical, non è un collage di aneddoti, non è critica queer, non è un catalogo di letteratura fantastica e nemmeno di canzoni straccione. Non è nessuna di queste cose perché è anche ognuna di queste cose. È – programmaticamente – quell’anche, sceglie di muoversi  in quell’anche. È congiunzione e articolazione. È quello spazio di mezzo in cui c’è aria respirabile e possibilità di tendersi la mano o qualsiasi altra parte del corpo che permetta di tastare, conoscere, stare insieme. E quindi oltre i binarismi – per esempio le contrapposizioni serio-faceto, riflessione-narrazione, singolare-plurale, alto-basso, pop-underground, naturale-artificiale, Stanlio-Ollio –, spinta dalla solita urgenza punk, ho unito pezze di teoria queer, brandelli di esperienze, strisce di conversazioni, trame di storie, fibre di pensiero radicale con l’obiettivo di farci una fune. Il tentativo era di farla lunga abbastanza e resistente il giusto per calarsi giù dalla cella in cui le nostre istanze sono richiuse. Questa che ho fatto non è la fune definitiva, perché non c’è una fuga definitiva, né una sola cella, né una fune che possa essere rivendicata da una sola persona. Le nostre fughe sono/continuano a essere un movimento antitetico a quello diretto dal capitale e dagli stati nazione. Quel movimento che è l’eterna ricombinazione modulare e seriale di omologazione, intruppamento, messa a reddito, atomizzazione, dispersione. Il nostro movimento invece è composito e multilivello, un’articolazione complessa. Oggi ipotizzo che sia composto di

    • sottrazione
    • movimento d’anche
    • baciare
    • mentre e corpo
    • mentre è corpo
    • mettere in circolo, circolare, turchino et carminio
    • spirale, respirare
    • assembramento
    • lecco le lacrime
    • scorrere, scorrimento, scorretto
    • strofina
    • determinata
    • y
    • volevo magia
    • cucina, mensa, giallo + azzurro
    • ambulatorio popolare
    • ondulatorio deambulare
    • rifacciamo
    • accogliere, viandanza
    • borsa dell’acqua calda
    • travestimento
    • Tina Pica
    • disveli
    • il, lo, la, i, gli, le, un, uno, una, unx (superamento di)
    • casa, baracca, presidio, stanza, strofa, abbracciami ancora
    • diffusa
    • saqirlāṭ
    • stregoneria
    • scopa
    • morato
    • favilla
    • contrattacco
    • ridere

Questa la danza di oggi, poi domani chissà.

Comunque, Senza titolo di viaggio parla, canta, narra, critica, discetta di esperienza trans e femminismo: non esattamente i temi del mainstream. Peraltro lo fa fuori dalla cornice dei diritti arcobaleno e delle quote rosa. Ho paura che proprio questo ha scoraggiato i curatori delle trasmissioni tv del pomeriggio e fatto sì che omettessero di intervistarmi. Ma potrei anche sbagliarmi. Il risultato comunque è sotto gli occhi di tutt: per ora zero interviste nelle fasce protette. Tuttavia il libro in questi trecentosessantacinque giorni è andato in giro e si è fatto leggere ugualmente. E io stessa l’ho raccontato e l’ho usato come pretesto per incontrare e discutere con collettiv*, assemblee, persone, situazioni, entità. Mi va di continuare. Anche perché ho fatto meno presentazioni di quante avrei voluto. In questi dodici mesi sono saltate molte date per impegni, traversie, indisposizioni, stanchezze e altri accolli – scusate ancora, ragazz!

Fortunatamente i temi che il libro si porta in pancia sono ancora lontani dalla data di scadenza, io mi sto convincendo che presto avrò più energie e quindi per l’anno nuovo ho in programma recuperi e nuove presentazioni. Vuoi sapere se ha senso invitarmi a presentare Senza titolo di viaggio? Un po’ di materiale sul libro l’ho accumulato qui, dacci un’occhiata.

AAA

Da qualche mese la sezione “prossime esibizioni” è giù per via di un problema informatico che ancora non sono riuscita risolvere. Tuttavia le date ci sono state e continuano a esserci. Un aggiornamento costante è offerto sul mio canale telegram.

Il prossimo appuntamento live è in quel di Biella con “Le parole fucsia”. Il 9 dicembre porterò in scena allo spazio Hydro Mostre & fiere.

A metà gennaio poi mi sposterò a Napoli con uno spettacolo vecchio che però ho in mente di ammodernare alquanto. C’è ancora altro in pentola.

L’augurio è ancora quello: ci incontriamo per le strade.

 

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