La peste del controllo. [Annullata l’esibizione di Rimini]

in una società razzista e classista i divieti finiscono per essere razzisti e classisti

Il paese in cui viviamo, periodicamente ricade nella logica dell’emergenza. Al di là di ogni ragionevole gestione degli accidenti che possono capitare a una comunità di esseri viventi (terremoti, alluvioni, epidemie influenzali, eccetera) invece di occuparsi di prevenzione, studio, cura, mantenimento (invece, cioè di spendere il denaro pubblico nella sanità, nell risanamento idrogeologico del territorio, nel contrasto al cambiamento climatico), l’opzione praticata è quella dell’accentramento di poteri, dei provvedimenti draconiani, del controllo totale, delle misure di polizia.La stessa mano che ostacola sistematicamente le capacità di reazione e organizzazione della società guida il supposto carro dei salvatori.

E inoltre, finalmente ci siamo: eccoci al punto in cui è vietato tutto tranne andare a lavorare e il sospetto verso il prossimo è esplicitamente incoraggiato dalle istituzioni.

A proposito di questo ultima emergenza invito alla lettura di due articoli: l’opinione della direttrice del laboratorio di analisi dell’ospedale Sacco e questa riflessione uscita ieri su Hurriya.

Il Bar lento di Rimini, che avrebbe ospitato Il decoro illustrato il 1 marzo, si vede costretto ad adeguarsi all’ordinanza emanata dalla Regione Emilia-Romagna, l’esibizione è quindi annullata. Le tre date che la precedevano, a Jesi, Macerata, Porto San Giorgio, sono invece confermate. Per ora.

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