Incredibilmente, anche quest’anno si è fatto maggio. La speranza che accomuna molte persone è di quella di poter ricominciare a dire che viviamo, andiamo a fare passeggiate, vediamo persone, partecipiamo a iniziative politiche, poterlo dire senza essere tacciatx di ungere il male. Sembra incredibile, a oltre un anno di distanza dall’inizio dell’emergenza pandemica, tocca ancora fare questo dei distinguo: fra politica del controllo e gestione del contagio, fra atomizzazione sociale e gestione condivisa, fra paranoia e cura. Rimbocchiamoci per l’ennesima volta le maniche.
In questo post ci sono tre brevi cose.
1 – La differenza è minima ed è difficile accorgersene: ho ulteriormente ridotto la mia già scarsa attività social. Qui, nel mondo del precariato selvaggio, è impossibile programmare, il tempo è poco, le incombenze e le responsabilità sono tante: ho da fare. Riduco ancora la mia presenza on line perché preferisco quella fisica, in presenza. Sto scrivendo questo libro che dovrebbe uscire il prossimo autunno: cerco di sottrare tempo alla virtualità e trasformarlo nel presupposto per andare presto in giro e incontrare persone. (Nella mia religione gli esseri umani non sono fatti per lavorare, ma per incontrare altri esseri umani, stare insieme, scambiarsi racconti, talvolta persino fare amicizia). Il libro sarà in parte costituito da Cinque lettere. Esperienza trans, discriminazione strutturale, diversity management: un’analisi transfemminista (neho scritto qui e qui). Nei prossimi giorni ne leggerò pubblicamente un piccolo brano ad alta voce. Ci arriviamo.
2 – Il telefono squilla, ricominciano ad arrivare le proposte live e ne sono molto onorata e felice. Le trovate qui riassunte sintenticamente:
- Giovedì 13 maggio, di nuovo una presentazione in tandem con la sista Valentine aka Fluida Wolf. Partiremo dai nostri libretti usciti per Eris (Postporno e La mostruositrans) e parleremo di tante altre cose, lavoro sessuale e DDL Zan, per esempio. Mi piacerebbe in questa occasione anticipare un brano di Cinque lettere e non escludiamo di farci una cantata alla fine. Potrei avere persino una cover inedita. Saremo ospiti delle Invaderz dell’aula C1 del Campus Einaudi a Torino. L’appuntamento è alle 17.
- Sabato 29 maggio porterò Mostre & fiere al festival di letteratura sociale di Polveriera (Firenze). Dettagli a seguire.
- Domenica 27 giugno, ancora Mostre & fiere, questa volta ad Asti per il/le compas del Laboratorio sociale La Miccia. Dettagli a seguire.
- Sabato 3 luglio, un doppio appuntamento ad Alba per il festival queer Prospettive del collettivo De-Generi. Anche qui: dettagli a seguire.
- Pare proprio che esca una cosa a Roma per settembre. Ma ne parliamo appena ci saranno maggiori certezze.
3 – Sto leggendo Manuale di autodistruzione (Il Saggiatore, 2020) di Marian Donner. È un libro con cui si fa volentieri a cazzotti: trovo che sia pieno di spunti vivificanti e di aspetti problematici. Me lo sto godendo, mi fa ridere, mi fa riflettere, mi fa storcere il naso e mi fa incazzare come una bestia. Ha tutti gli ingredienti che cerco in un libro: essere toccata. Nel capitolo Puzzare, Donner polemizza con l’immagine del corpo levigato e perfetto che ci viene proposta come modello. Nella costruzione dell’argomentazione scrive cose sulle quali una persona trans avrebbe abbondantemente da eccepire: mi riservo di farlo in seguito. Quello che mi ha colpito è stato riconoscermi nella ricerca spasmodica della migliore immagine di me. Lo confesso, ci sono cascata: la scelta delle foto di scena da divulgare è spesso guidata da criteri estetici imposti dal clima socioculturale e non dall’espressività della foto. Cerco quelle istantanee in cui si vede meno la pancia, in cui sembro meno un maschio, in cui si vede meno la pelata, in cui sembro più carina. La foto scelta per questo post è una di quelle in cui si vede che sono anche brutta. Però, cazzo, quella è proprio una mia foto e io sono anche così. La necessità politica per me è ancora tornare a questo articolo di Mia Mingus.
Ci vediamo per le strade.