Guerra di Stato, stato di guerra e il male minore

Domande che pone l’assemblea antimilitarista torinese

Ieri era il 4 novembre, festa nazionale delle forze armate. Pare che nell’ultimo anno lo Stato abbia destinato alle spese militari 26 miliardi di euro. Tutto questo mentre il paese si chiude in zone rosse, arancioni e gialle. I tanto sbandierati diritti a sanità e istruzione vengono barattati con mine, bombe e spudorata/ipocrita arroganza machista in divisa. Quando l’esercito tornerà nelle strade a vegliare sulla buona condotta di cittadinɘ e cittadinɘ dobbiamo tenere presente che, incidentalmente, è quello l’unico investimento che il governo ha fatto per affrontare la pandemia. Non il potenziamento delle strutture sanitarie, non la garanzia del diritto allo studio, non la tutela economica e sociale delle fasce più deboli e/o esposte, non l’investimento sul trasporto pubblico tanto per citare alcuni aspetti che, sempre incidentalmente, qualcun* potrebbe ritenere prioritari.

Quanto? 26 miliardi di euro. Quanto valgono? L’Espresso – oh, regà, L’Espresso, non la fanzine antimilitarista di miɘ cuginɘ – scrive:

Gli F35? Valgono centocinquantamila terapie intensive. La portaerei Trieste? Cinquantamila respiratori polmonari. Una manciata di blindati e un elicottero? Trecentotrentamila posti letto oppure dieci miliardi di mascherine.

Questo per fare presente a me stessa per prima e a tutt* noi che senz’altro esistono le parole d’ordine per scendere in piazza senza il rischio di confondersi coi fasci e i negazionisti.

In coda a questo piccolo pipponcino, mi vedo costretta a comunicare il male minore. Tutte le mie date di novembre (spettacoli e presentazioni) sono saltate e, fedele a quanto scrissi ormai sei mesi fa, non saranno trasferite on line.

Questo post è fortemente influenzato dalle ultime parole di Marco Arturi. Purtroppo scrive solo su Facebook. Se volete leggerlo fate come me, procuratevi una talpa.

Ancora una cosa. Il 22 settembre scorso, il primo atto della nuova giunta regionale Toscana del PD è stato dare il via libera allo sgombero della Magn*fica occupata di Firenze, sorta come casa delle donne e spazio LGBTIQ+ solo quattro giorni prima. Ci sono un po’ di compagn* che sono nei guai. Se ti avanza, buttaci del grano. Qui tutta la storia e le indicazioni.

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